Opi è un antico borgo medievale della provincia dell’Aquila. Si trova all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, arroccato su un costone di roccia a 1.250 metri di altitudine, in mezzo a un anfiteatro naturale puntellato da montagne e vallate.

Poche altre volte mi è capitato di andare in un paese senza incontrare un’anima, nel vero senso della parola. Non posso dare la colpa nemmeno al periodo, visto che Chiara ed io abbiamo scelto di visitare Opi durante un weekend del mese di giugno, quando le scuole erano già finite e le persone iniziavano a prendere posto in spiaggia o a prenotare un soggiorno in montagna. E, ironia della sorte, l’unica persona vista – una ragazza in età scolare – un attimo dopo non c’era già più, inghiottita dai finestrini oscurati di un SUV.

Tra questi silenzi sospesi e dolci vuoti d’aria, ti racconterò ora le 5 cose più belle da fare e vedere a Opi.

Cosa fare e vedere a Opi

1. Godersi il borgo antico tra pochi intimi

Un gruppetto di anziani che chiacchierano all’ingresso di un bar, una signora che richiama il nipote dentro casa, una giovane studentessa in attesa delle amiche: loro e pochi altri intimi ti accompagneranno tra le stradine del borgo medievale di Opi, testimoni di un passato funestato da violenti terremoti e scorribande di briganti, oggi ricordi lontani, sbiaditi, cancellati dai viandanti del nuovo Millennio e dalle passeggiate furtive dei camosci.

L’assenza di persone e il manifesto solitario appeso idealmente all’ingresso del paese stride con il pensiero comune secondo cui il nome del borgo deriverebbe dal sostantivo latino ops, -is, che al plurale è traducibile in “ricchezze”. Più verosimile invece che tragga origine da oppidum, un’altra parola latina con cui veniva identificata una città fortificata senza un confine sacro.

Il borgo antico si sviluppa nel punto più alto del paese, al di là quindi del balcone naturale e della Chiesa di Santa Maria Assunta di cui ti parlerò tra pochissimo. Te ne accorgi dai vicoli più stretti, dalle case più basse e connesse tra loro, dal solleticamento delle vertigini.

2. Stare al centro di un palcoscenico naturale

Quante volte ti è capitato di leggere o ascoltare qualcuno mentre fa riferimento a un balcone naturale per descrivere un paese? Ecco, a me non piace generalizzare, o meglio banalizzare un concetto, ma per Opi farò un eccezione, anche se più di balcone dovrei parlare di palcoscenico, viste le dimensioni enormi della terrazza panoramica sulla valle dell’Alto Sangro.

Con ormai alle spalle la parte più antica del borgo, procedi a passi spediti verso la prima fila del teatro e resta a godere dell’unico spettacolo in programma tutti i giorni della settimana, dodici mesi all’anno. Il cast fisso della rappresentazione vede la partecipazione del monte Marsicano, il monte Amaro, l’anfiteatro naturale della Camosciara, la Val Fondillo e il monte Petroso.

Un consiglio? Prenditi tutto il tempo che vuoi, soprattutto se è già pomeriggio inoltrato e la tappa successiva è la stanza dell’hotel. Ami l’arte, sai disegnare? Allora prendi anche un foglio, una sedia e tutto l’occorrente per comporre un capolavoro.

3. Fermarsi di fronte alla Chiesa di Santa Maria Assunta

E dopo la parte più vecchia del paese, seguita dal palcoscenico sulla valle dell’Alto Sangro, lungo la discesa che ti riaccompagna alla macchina arriva il momento di fermarsi al centro di Opi (più o meno), dove si erge la Chiesa di Santa Maria Assunta. È il principale luogo di culto del borgo abruzzese, la cui costruzione risale alla seconda metà del XII secolo, come attesta la bolla di papa Clemente III del 1188.

Chiesa di Santa Maria Assunta a Opi

L’edificio religioso che oggi domina il borgo non è però quello originale. A causa infatti dei frequenti terremoti che hanno interessato il Centro Italia, in particolare l’Irpinia e la Marsica, più volte nel corso della storia si sono resi necessari interventi di restauro e ricostruzione della chiesa. Tra i sismi più violenti si ricordano quelli del 1456 (terremoto dell’Irpinia) e del 1654 (terremoto di Sora).

4. Entrare nella cappella di San Giovanni Battista

Quando arrivi nella piazza principale di Opi entra nella cappella di San Giovanni Battista, il santo patrono e protettore del paese marsicano. La sua costruzione risale alla seconda metà del XVII secolo, negli anni immediatamente successivi al terremoto del 1654 e all’epidemia di peste del 1656.

Cappella di San Giovanni Battista a Opi

Dietro all’edificazione della cappella gentilizia di San Giovanni Battista c’è uno dei principali imprenditori armentieri della zona, tale Vincenzo Rossi, che sempre alla fine del Seicento costruì nel centro del paese anche un imponente palazzo. Nel Settecento e Ottocento la famiglia dei Rossi continuò a rivestire un ruolo di primo piano nelle vicende dell’antico borgo medievale, fino a quando la diminuzione dei pascoli non arrecò pesanti danni al settore armentizio, sfociando in una grave crisi economica che costrinse numerosi abitanti di Opi a emigrare in terra straniera.

5. Escursione nella vicina Val Fondillo

A due passi dal borgo di Opi si trova l’ingresso alla Val Fondillo, un’altra valle da cerchiare in rosso durante la pianificazione di una vacanza nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Rispetto alla Camosciara manca forse lo scenario che ti fa esclamare wow dopo pochi passi, ma l’esplosione della natura verdeggiante tutt’intorno ferma cuore e mente alla lancetta dell’eternità.

Un ampio parcheggio, un bar, un punto di ristoro, un’area pic-nic attrezzata, tanti sentieri e altrettante attrazioni naturali completano il quadro di un’esperienza assolutamente da non perdere. Non è un caso che la Val Fondillo – si chiama così dal corso d’acqua Fondillo, affluente del fiume Sangro – rientri tra i luoghi di maggiore interesse per i turisti in vacanza nel territorio della Marsica.

Nei dintorni di Opi


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