Quando organizziamo le nostre gite nel fine settimana, Chiara ed io di solito diamo la preferenza alle Marche, la nostra regione, e in seconda battuta all’Umbria, che lontanissima non è. Da un po’ di tempo a questa parte abbiamo messo nel mirino anche l’Emilia Romagna, scoprendo alcune mete deliziose di cui prima ignoravamo l’esistenza. E una di queste è proprio il borgo di Santarcangelo di Romagna, non lontano dalla gettonatissima Rimini e da una città d’arte come Ravenna.

L’antico borgo medievale di Santarcangelo di Romagna sorge sul colle Giove, un nome che da queste parti viene collegato in automatico al Sangiovese, uno dei vitigni più diffusi in Emilia Romagna. Nel punto più alto si eleva la maestosa Rocca Malatestiana, testimonianza diretta del potere dei Malatesta, la nobile famiglia italiana che mantenne il dominio sulla signoria di Rimini dagli inizi del Trecento fino alla fine del Quattrocento.

E se ti dicessi che non è la Rocca il monumento simbolo dell’antico centro medievale? Se ti ho incuriosito in queste poche righe di presentazione, lascia che ti racconti le più belle 5 cose da vedere nel borgo di Santarcangelo di Romagna.

Che cosa vedere nel borgo di Santarcangelo di Romagna


1. Campanone

È la prima cosa che vedi quando stai ancora passeggiando tra le strade del centro, ed è anche il miglior punto di riferimento per raggiungere l’area più antica sul colle Giove. Conosciuta come il Campanone, per via delle sue dimensioni imponenti (è alta 25 metri), la torre campanaria realizzata in stile neogotico alla fine dell’Ottocento regala un profilo inconfondibile al borgo medievale di Santarcangelo di Romagna.

Sorge in piazzetta Galassi, pochi metri dopo l’inizio borgo, ed è l’erede della vecchia Torre dell’Orologio, i cui resti sono ancora visibili nella vicina piazza delle Monache. L’altezza è tale che se ti avvicini per scattare una foto nove volte su dieci fallirai miseramente. Meglio invece se la inquadri da uno dei vicoli presenti nelle immediate vicinanze.

Campanone di Santarcangelo di Romagna

2. Piazza delle Monache

Prima ancora di arrivare sotto il Campanone, transiterai in piazza delle Monache, a tutti gli effetti il punto di accesso al borgo di Santarcangelo di Romagna. La sua centralità viene certificata dalla presenza del convento delle Sante Caterina e Barbara, oggi abitato dalle suore bianche (chiamate così per il colore del loro abito), e da Palazzo Cenci, sede del MUSAS (Museo Storico Archeologico di Santarcangelo).

In Piazza delle Monache si trova anche un possibile indizio sul reale luogo dove la tragica storia d’amore di Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, per tutti Paolo e Francesca, ebbe fine: sulla facciata di una casa è murata una lapide che ritrae il volto di Francesca. Sappiamo con certezza che i due innamorati andarono incontro al loro destino in una Rocca Malatestiana, non è altrettanto sicuro che sia stata quella di Gradara. Ma è ancora più interessante quello che c’è sotto piazza delle Monache.

Piazza delle Monache al borgo di Santarcangelo di Romagna

3. Grotta monumentale

Il borgo antico di Santarcangelo di Romagna sorge sopra una città sotterranea, costruita in epoca medievale per proteggere cereali e vino dai frequenti assedi delle popolazioni nemiche. In passato dunque un’opera necessaria per sopravvivere, oggi invece un’attrazione che affascina i moderni viandanti in cerca di piccole meraviglie da condividere.

Delle 150 grotte della Santarcangelo sotterranea, non perdere la visita guidata alla grotta monumentale pubblica, che comprende anche la grotta medievale Casamatta: sarai il protagonista di un viaggio indietro nel tempo, conoscerai nuove appassionanti storie, toccherai con mano la forza del mistero. La visita dura circa 45 minuti e richiede una spesa di 4 euro per il biglietto intero (gli over 65 pagano 3 euro, per i ragazzi fino ai 14 anni e i disabili l’ingresso è gratuito).

Indirizzo: via C. Battisti, 5

Orari visite guidate: dal 27 marzo al 20 novembre alle 10:00, alle 11:00, alle 15:30, alle 16:30 e alle 17:30 / dal 21 novembre al 26 marzo alle 10:00, alle 11:00, alle 15:00, alle 16:00 e alle 17:00 (giovedì solo i turni del mattino)

Prezzi biglietti: 4,00 euro adulti / 3,00 euro over 65 / gratis per bambini fino a 14 anni e disabili

Temperatura all’interno delle grotte: 13°

Telefono: 0541 624270

4. Rocca Malatestiana

A proposito di misteri, la Rocca Malatestiana del borgo di Santarcangelo di Romagna ne ospita di diversi. L’edificio lega il suo nome a Sigismondo Pandolfo Malatesta, una delle figure più influenti del Quattrocento, signore di Rimini e Fano dal 1432. A lui si deve l’aspetto odierno della Rocca, i cui lavori terminarono a ridosso della metà del XV secolo, prima di essere conquistata nel 1462 da Federico da Montefeltro, suo acerrimo nemico.

La leggenda narra che Paolo e Francesca morirono all’interno delle mura della Rocca Malatestiana di Santarcangelo di Romagna, e non in quella di Gradara, nelle Marche. A sostegno di questa tesi ci sono gli studi di diversi storici e i racconti degli anziani della città, secondo cui lo spirito di Francesca (identificata come la Dama Bianca) vaga ancora tra le viuzze del borgo medievale nelle notti senza luna.

Per info e prenotazioni: tel. 335 8226269 / email castellodisantarcangelo@gmail.com

5. Via dell’Amore

Forse non si conoscerà mai la verità su come e dove la drammatica storia di Paolo e Francesca terminò: nel dubbio, il borgo di Santarcangelo di Romagna allunga costantemente la mano alla leggenda, afferrandola e stringendola forte a sé. E quale luogo migliore dell’antico centro medievale per passeggiare in via dell’Amore, alias Vicolo Amaduzzi, da dove si gode di un bellissimo panorama attorno al colle Giove.

La stradina, che rimane quasi nascosta rispetto alle altre, è dedicata al controverso abate Giancristofono Amaduzzi. Controverso perché da una parte era considerato un pensatore illuminato, dall’altra veniva tacciato come eretico per alcune sue prese di posizione che in quel periodo destavano scandalo (alla fine del Settecento difese a spada tratta la figura di Galileo Galilei, ad esempio). Trascorse gli ultimi suoi anni in solitudine, confortato soltanto dai suoi libri.

Ed ecco che è più facile capire perché la comunità di Santarcangelo di Romagna ha scelto di dedicare questa via ad Amaduzzi: così come questo angolo del borgo, anche le posizioni dell’abate erano molto distanti dal pensiero comune, ma allo stesso tempo erano il tratto distintivo di una mente fuori dall’ordinario.

Nei dintorni del borgo di Santarcangelo di Romagna


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