Montegridolfo è un borgo medievale della provincia di Rimini. Insieme a Montefiore Conca, Verucchio, San Leo e San Giovanni in Marignano, è uno dei cinque comuni riminesi che rientrano nella lista dei Borghi più belli d’Italia.

È famoso sia per il suo castello malatestiano che per il Museo della Linea dei Goti, entrambi indizi di una storia che merita di essere raccontata. C’è però un’altra particolarità che rende Montegridolfo un luogo interessante: si trova, letteralmente, a pochi metri dal confine con le Marche, tant’è vero che è l’ultimo comune dell’Emilia Romagna che si incontra prima di entrare nella regione marchigiana.

Curiosità geografica a parte, Chiara ed io mentre passeggiavamo tra le vie del borgo abbiamo provato delle belle sensazioni, le stesse che avvertiamo quando un luogo ci entra da subito nel cuore. E poi quelle panchine…

Non ti anticipo nulla, dai. Se hai piacere, ti accompagno per mano alla scoperta delle più belle 5 cose da vedere a Montegridolfo, tappa imperdibile se stai pianificando una visita della città di Rimini.

Indice

Che cosa vedere a Montegridolfo


1. Castello di Montegridolfo

Se c’è una cosa che accomuna i borghi più belli dell’entroterra riminese è la presenza di un castello. Anche Montegridolfo ne ha uno, e lo puoi vedere ancora prima di parcheggiare l’auto (altra caratteristica comune).

Come insegnano numerosi borghi medievali disseminati nell’Italia centrale, non c’è castello senza una storia da raccontare. Quello di Montegridolfo porta con sé i ricordi di una lotta senza quartiere tra i Malatesta e i Montefeltro, le due famiglie che a lungo si contesero i territori della Romagna e dell’odierna provincia di Pesaro e Urbino.

La nascita del borgo risale alla fine del X secolo, mentre l’odierna configurazione del castello è opera del signore di Rimini Malatesta il Guastafamiglia, che nella prima metà del Trecento fece ricostruire il castrum dopo che era stato distrutto dal cugino Ferrantino Novello (nel frattempo alleatosi con i rivali dei Montefeltro).

Il castello di Montegridolfo rimase sotto la dominazione dei Malatesta per tutto il Quattrocento, per poi passare nel 1500 nelle mani di Cesare Borgia. Il dominio del Valentino durò però poco, con i Malatesta che tornarono in possesso del loro feudo salvo infine cederlo a Venezia, che a sua volta lo offrì allo Stato Pontificio.

Esterno del castello di Montegridolfo
Ingresso al castello
Arco del castello
Dentro il castello

2. Le panchine artistiche

Non appeni varchi l’ingresso del castello hai come la sensazione che nel borgo di Montegridolfo le lancette dell’orologio si siano all’improvviso fermate, che i ritmi frenetici vissuti fino a un giorno prima siano alle spalle, e che una vita diversa possa e debba esistere, non per forza in un mondo parallelo.

Poi però il castello di carte che avevi costruito con tanta fatica crolla nel giro di pochi secondi, giusto il tempo di assicurarti che quanto hanno appena intravisto i tuoi occhi sia reale. Tutta colpa delle panchine artistiche sparse qui e là tra le vie del borgo, un simbolo di strabordante vitalità.

D’accordo, le nostre foto magari non rendono loro giustizia, ma non trovi anche tu che siano divine?

Panchina dei ricordi a Montegridolfo
Panchina degli artisti

3. Museo della Linea dei Goti

Una volta terminata la visita del borgo antico (il nucleo storico è molto piccolo, noi siamo stati qui circa mezz’ora), è tempo di raggiungere il vicino Museo della Linea dei Goti, situato appena sotto il castello di Montegridolfo. Non avrai difficoltà a trovarlo, basta seguire le indicazioni dei cartelli che riportano il suo nome e percorrere un breve viale che conduce alla porta d’ingresso.

Mi piace definirlo come un museo a cielo aperto: prima infatti di entrare dentro la struttura che ospita armi e manifesti di propaganda bellica risalenti alla seconda guerra mondiale, nell’area verde intorno sono collocati diversi modelli di mezzi militari e armi impiegati dalle forze alleate e dall’esercito tedesco nel corso della battaglia che infuriò su questo territorio nel 1944.

In quell’anno Montegridolfo si trovava lungo la Linea Gotica, l’opera militare difensiva costruita dai tedeschi tra il 1943 e il 1944 per controllare le operazioni degli alleati, sapendo che avrebbero attaccato dalla valle del Foglia (oggi situata nell’odierna Marche). Oltre a quella per il museo, puoi prenotare la visita guidata anche per i due rifugi (degli undici totali) costruiti dai cittadini del borgo per trovare riparo.

Orari di apertura: sabato pomeriggio dalle 15:00 alle 17:00, domenica dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 17:00

Info e prenotazione visite guidate: 0541 1613093, oppure invia un’email a museolineadeigoti@gmail.com

Sito ufficiale: Museo Linea dei Goti

Museo della Linea dei Goti a Montegridolfo
Mezzi bellici
Resti bellici

4. Chiesa di San Rocco

A pochi metri dal Museo della Linea dei Goti sorge la chiesa di San Rocco. È l’unico edificio religioso di Montegridolfo, e si trova fuori dalle mura del castello. In verità fino al 1944 c’era anche la chiesa di Sant’Agostino, prima che venisse distrutta durante la fase finale della guerra: oggi ciò che resta di quella chiesa è una piccola statua di una Madonnina nera nella piazza principale del borgo antico (foto sotto).

Tornando invece al luogo di culto dedicato a san Rocco, gli studiosi collocano la sua costruzione nella prima metà del Quattrocento. Al suo interno puoi ammirare alcune opere di rilievo, su tutte la tela della Madonna col Bambino adorata dai Santi Sebastiano, Rocco e Giacinto, realizzata all’inizio del Seicento dal pittore romagnolo Guido Cagnacci. Degno di nota anche l’affresco della Madonna in trono col Bambino tra i Santi Rocco e Sebastiano del pittore Girolamo Marchesi da Cotignola.

💡I cartelli posti fuori dal castello riportano la scritta chiesa di San Paolo al posto della chiesa di San Rocco, ma sono lo stesso edificio. Non confonderla con la chiesa di San Pietro, che si trova nell’omonima frazione del comune di Montegridolfo. È un edificio religioso di recente costruzione (fine seconda guerra mondiale), e all’esterno rimane anonimo. Nel giorno della nostra visita lo abbiamo trovato chiuso (vedi foto sotto): peccato, perché eravamo curiosi di vedere l’affresco del Cristo Crocifisso tra Maria e San Giovanni Evangelista con la Maddalena e angeli, in cui sono ritratti i castelli di Montegridolfo, Montefiore e Mondaino.

Chiesa San Rocco a Montegridolfo
Facciata della chiesa San Rocco
Interno della chiesa San Rocco
Madonna nera nel castello di Montegridolfo
La copia della statua della Madonna nera laddove un tempo sorgeva la chiesa duecentesca di Sant’Agostino
Chiesa di San Pietro
Chiesa di San Pietro

5. Santuario della Beata Vergine delle Grazie

Prima di lasciare Montegridolfo e tornare a casa (o magari continuare a scoprire le perle dell’entroterra di Rimini), c’è un’ultima attrazione che rimane da vedere: il santuario della Beata Vergine delle Grazie. Il complesso religioso si trova nella vicina frazione di Trebbio, a meno di cinque minuti d’auto dal borgo medievale.

La sua realizzazione è datata alla seconda metà del Cinquecento, in seguito alla doppia apparizione della Madonna avvenuta nel 1548 lungo la strada che da Montegridolfo conduce alla località Trebbio. Un atto notarile dell’epoca, basatosi sulle testimonianze degli abitanti del luogo, afferma la veridicità del miracolo, aggiundendo un altro dettaglio suggestivo a corredo del racconto: nel giorno della sua apparizione, la Madonna avrebbe appoggiato i piedi su una macina da frantoio.

E quella stessa macina da frantoio, con l’impronta dei piedi della Vergine, è conservata nel santuario della Beata Vergine delle Grazie. Al suo interno è possibile ammirare anche la tela del pittore originario di Fano Pompeo Morganti, il quale dipinse la scena dell’apparizione secondo quanto raccontato dalle due persone che ebbero la visione della Madonna, la contadina sessantenne Antonia e il giovane Lucantonio.

Tutto questo aiuta a comprendere perché oggi l’edificio religioso sia una popolare meta di pellegrinaggio per i fedeli cristiani, condividendo in parte la storia del più popolare santuario della Madonna di Bonora.

Tela del miracolo della Madonna a Trebbio (Montegridolfo) ospitata nel santuario della Beata Vergine delle Grazie
Tela del pittore Pompeo Morganti – Foto di montegridolfo.eu

Mappa dei luoghi d’interesse a Montegridolfo

Dove parcheggiare

Poco prima di Palazzo Viviani, l’antico edificio storico della famiglia Dionigi trasformato oggi in albergo, c’è una piccola area di parcheggio gratuita dove puoi lasciare l’auto: da qui all’ingresso del borgo saranno circa 100-150 metri. Anche se i posti a disposizione non sono tanti, dovresti comunque riuscire a trovarne uno libero: Montegridolfo rimane infatti ancora fuori dalle rotte turistiche, con la maggior parte delle persone che arriva fin qui interessata più che altro o al suantuario della Beata Vergine delle Grazie o a quello della Madonna di Bonora.

Albergo Palazzo Viviani a Montegridolfo
Albergo Palazzo Viviani

Dintorni di Montegridolfo


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